Il titolo “Il cammello” fa ovviamente riferimento al grosso quadrupede. Ci sembra un animale emblematico, per via della sua capacità di percorrere lunghe distanze e portare enormi carichi, mantenendo all’apparenza un mood pacato ed indolente.
L’operazione mentale che abbiamo svolto è simile a quella dei bestiari medioevali: scegliamo arbitrariamente una caratteristica saliente di un animale che ci colpisce e vi costruiamo intorno una narrazione simbolica più o meno goffa. Bene, la caratteristica saliente del nostro cammello è quella di potersi fare carico di un’ampia gamma di oggetti, suppellettili, cianfrusaglie, tende, teiere e portarle con sé per un po’ di strada, ipoteticamente liberandosene al momento opportuno.
Similmente a come il cammello fa questo, noi cerchiamo di raccogliere in questo contenitore riflessioni, realizzazioni, connessioni e stupori, collocandoli in una homepage che se ne fa carico.
Il paragone è farraginoso, ok. Il cammello non sceglie di farsi carico di niente e il parallelo zavorre-riflessioni è a dir poco forzato; ma tant'è.
È opportuno anche aggiungere che questo magazine nasce nel contesto di Studio Nilo, da sempre studio a tema egizio; quale animale meglio del cammello poteva bloggarne la voce. Tra l’altro, lo stesso nome “Nilo” origina da un’operazione mentale non meno pittoresca, che siamo stati contenti di ripetere in questo frangente.
Ecco dunque perché “Il cammello”.