Si prostra sulle ginocchia. È tardi. In questo caso, l’ora solare non ha ancora fatto ritorno, ma non sarebbe impreciso dire che di solito a quest’ora c’è l'imbrunire. Qualche goccia di sudore fa ancora capolino dai pori della fronte: il leggero venticello secco di fine ottobre non ha ancora lo spirito giusto per farle seccare rapidamente. I vecchi jeans sono provati, sporchi, con qualche strappetto in più dello scorso anno.
Si prostra sulle ginocchia e mentre lo fa borbotta qualche imprecazione. Indelicata, sì, ma comunque composta, mai esagerata. Ha appena notato che per effetto di una svista, o di una qualche operazione più maldestra di quanto fosse consentito, qualche chicco d’oliva è scivolato fuori dalla rete. Le reti sono vecchie, ma non è mai colpa loro. L’incuria che ti porta a possedere reti bucate è un peccato integralmente a carico del loro proprietario. Dopotutto, le reti non si bucano da sole.
Si prostra sulle ginocchia. Non importa quanto sia di portamento distinto, né il livello professionale raggiunto negli anni (con ben altro sudore). Non importa un buon stipendio, una bella casa, una grande quantità di “soddisfazioni tolte”. Non importa il dolore, l’età che avanza a sfavore di qualche movimento fisico ormai poco lucido.
Si prostra sulle ginocchia, mette a terra anche i gomiti e raccoglie a fatica, uno ad uno, tutti i chicchi di oliva che sono finiti fuori dalla rete. Per quali altri motivi sarebbe disposto ad inginocchiarsi? Forse neanche davanti al Signore. Allora mi chiedo quanto valgano quei chicchi d’oliva.
Capisco che il gesto non è razionale, ma dettato da una coazione che assomiglia più ad una pulsione incontrollabile che ad una semplice espressione di pignoleria. È un gesto atavico, ancestrale, che fa parte della sua più profonda intimità con l’essere umano, con il selvaggio. Ma è anche un gesto di cultura, tramandato da chi l’ha cresciuto, e radicato nel suo essere ancora prima che potesse parlare o camminare. È un gesto umile, simbolico, inclusivo, che ci racconta che l’olio di quell’annata non avrebbe lo stesso sapore se a contribuire non ci fosse anche quella manciata di chicchi che ha rischiato di perdersi tra i fili di erba del campo di ulivi.
Mio padre, che ogni anno si prostra sulle ginocchia per raccogliere i chicchi di oliva caduti fuori dalla rete è uno spettacolo che mi dà speranza.